Please use this identifier to cite or link to this item: https://hdl.handle.net/10316/88228
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dc.contributor.authorGianolla, Cristiano-
dc.date.accessioned2019-12-02T17:16:16Z-
dc.date.available2019-12-02T17:16:16Z-
dc.date.issued2019-
dc.identifier.isbn9788867094530pt
dc.identifier.urihttps://hdl.handle.net/10316/88228-
dc.description.abstractEmilio Baccarini defi nisce il fi losofo come «l’esperto dell’universale e del necessario, o anche dell’immutabile» perché «compito della fi losofi a è la ricerca della genesi, ricerca delle motivazioni intenzionali nascoste che costituiscono il senso». È compito della filosofi a rivelare l’“epifania”, dare senso al mondo, il che comporta «vivere desti nella presenza di sé a sé», perché essa è una «archeologia» nella «lotta per il senso dell’umanità». Il fi losofo cerca il senso generale nel senso originario, valido al di là dell’esperienza diretta, ma che senza la quale non troverebbe espressione. Quest’approccio fenomenologico basato sull’esperienza del fi losofo è di per sé travagliato, una ricerca metodologica alle radici della conoscenza che coinvolge la propria esperienza del mondo e svela quindi un lato empirico, oltre che teorico, della filosofia. Tuttavia il fi losofo, per Baccarini, non si espone all’esperienza del mondo in modo solipsistico, egli si propone a partire dalla «soggettività dialogica» quale ricerca ontologica e al contempo morale e, come vedremo, socio-politica in quanto ontologia della solidarietà. In queste pagine evidenziamo lo spirito “epifanicamente” sociale e politico, in quanto interculturale – e pertanto genuinamente cosmopolita – della fi losofi a relazionale proposta. A partire dalla filosofi a di Baccarini intendiamo contribuire alla defi nizione della «filosofi a della migrazione» che, come ha sottolineato Donatella Di Cesare, è un campo del sapere del tutto inedito, o quasi. Intendiamo contribuire a quest’impresa attraverso un’apertura critica all’alterità basata sull’antropologia dialogica e attraverso un approccio postcoloniale che è l’elemento maggiormente defi citario nel pregevole contributo di Di Cesare. Questa scelta è necessaria perché la persona migrante (possibilmente in fuga dall’oppressione sociale, politica ed economica) è identifi cabile con quella colonizzata e quindi gli strumenti postcoloniali sono di fondamentale aiuto per far avanzare la ricerca filosofica.pt
dc.language.isoitapt
dc.publisherEdizioni Aniciapt
dc.relationinfo:eu-repo/grantAgreement/EC/H2020/770248/EU/European Colonial Heritage Modalities in Entangled Citiespt
dc.rightsopenAccesspt
dc.titlePer una filosofia della migrazione fondata sulla soggettività dialogicapt
dc.typebookPartpt
degois.publication.firstPage139pt
degois.publication.lastPage157pt
degois.publication.locationRomapt
degois.publication.titleFenomenologia Etica dialogica Antropologia dell'alteritàpt
dc.peerreviewedyespt
dc.date.embargo2019-01-01*
uc.date.periodoEmbargo0pt
item.openairecristypehttp://purl.org/coar/resource_type/c_18cf-
item.openairetypebookPart-
item.cerifentitytypePublications-
item.grantfulltextopen-
item.fulltextCom Texto completo-
item.languageiso639-1it-
crisitem.author.researchunitCES – Centre for Social Studies-
crisitem.author.parentresearchunitUniversity of Coimbra-
crisitem.author.orcid0000-0002-2809-0453-
Appears in Collections:I&D CES - Livros e Capítulos de Livros
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